Editoriale 04/2001

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Si sta facendo sempre più tardi

Antonio Perretti

Gli estimatori del noto scrittore Tabucchi non si allarmino, non è l’ennesimo plagio, prendo solo in prestito il titolo dell’omonimo romanzo in libreria per i tipi della Feltrinelli, per introdurre il mio punto di vista sul quadro culturale creatosi tra università e professione sui metodi di calcolo per l’ingegneria strutturale nell’ultimo decennio.

A proposito dell’impiego consapevole del software, è così noto lo iato, tra le conoscenze acquisite all’università e le competenze richieste nel mondo del lavoro, che mi sembra perfino superfluo parlarne. Gli elogi al calcolo strutturale eseguito con software dedicato, sono innumerevoli, ma quello più diffuso è certamente quello apprezzato dagli imprenditori con pochi scrupoli, che hanno scoperto che il costo del calcolo può essere limitato al tempo macchina; ci sono quelli che aspirano al tempo della CPU. Questa situazione è nata non per caso, ovviamente. Con l’avvento del calcolo a basso costo avvenuto negli ultimi dieci anni, molti tecnici, forse troppi si sono avvicinati ad esso con lo stesso spirito dell’acquisto del forno a micro onde, per il quale nessuno si sognerebbe di chiedere preliminarmente il campo elettrico generato o le correnti indotte.

L’incipit è polemico, ma è dettato dalla passione per le strutture, campo tra i più creativi nell’ingegneria civile, che sta morendo soffocato da tecnici definibili ‘commercialmente’ strutturisti, che favoriti da un quadro legislativo antiquato, acquisiscono competenze grazie all’acquisto della licenza del programma.

Si sta facendo sempre più tardi per risanare il clima culturale, per convincere i giovani tecnici che nulla deve essere fatto in maniera meccanica e ripetitiva (come i fornetti a micro onde), che la creatività è bloccata anche dalle scarse conoscenze e che la responsabilità dei numerosi incidenti, crescenti in numero, sono da attribuire anche alla superficialità nell’uso del software tecnico. E’ un fatto certo che il numero di incidenti legati agli errori stia crescendo nel mondo (G. Ballio – editoriale a Costruzioni Metalliche, n.4 2000), ma i commercianti di programmi e computer tentano ancora di convincerci che saremo più felici stando a guardare le macchine che lavorano per noi. Evidentemente si sta facendo tardi per riempire lo iato di cui parlavo, ma le inerzie sono tante, le riforme tardano sempre ad arrivare e ancor di più ad essere applicate. Traggo lo spunto da un dibattito di Umberto Eco, Roberto Vecchioni e Luigi Berlinguer (Gli irascibili professori, La Repubblica del 28.3.01), per rammentare che, con parole di Eco, a far bene si è punito […] e che ogni riforma incontra delle resistenze e urta contro interessi precostituiti: badate che l’interesse, a volte, può essere anche solo la pigrizia. A questo Vecchioni risponde rimarcando la pigrizia.

Come si può spiegare e giustificare la realtà che regna in quasi tutte le facoltà di ingegneria con indirizzo strutturale, dove è ancora possibile completare gli studi e fregiarsi del titolo di strutturista, senza aver mai aver appreso che ad una soluzione rigorosa teorica si affianca una approssimata determinabile con metodi matematici, quali il metodo per elementi finiti FEM o per elementi di contorno BEM. Ciò nonostante si prosegue su questa strada.

La mia passione per le strutture mi ha dato la possibilità di conoscere molti colleghi e creare nuove amicizie, e nel mio piccolo, diventare un punto di riferimento per un gruppo di amici. Sono stati questi numerosi contatti a spingermi a creare un sito, un punto di riferimento, per gli studenti alla soglia della laurea, che non possono più correggere le loro scelte, e i giovanissimi laureati con la malsana passione per le strutture. Una pagina web nata per gli studenti, che dovrebbe essere indirizzata nei contenuti e nelle idee da loro stessi, secondo le necessità crescenti e mutanti nel tempo. L’idea nasce in particolare per gli studenti del corso di Progetto di Strutture della facoltà di ingegneria di Catania che hanno seguito alcuni miei seminari sulle strutture metalliche ed il calcolo automatico. Ringrazio i Proff. Motta e Ghersi e l’ing. D’Aveni che, con fiducia, mi hanno invitato.

E’ mia opinione che attualmente gli strutturisti, per grandi numeri, in relazione all’impiego consapevole del software, si dividano in due gruppi, uno minoritario che ha solide basi culturali, maturate in ambiente accademico od in corsi specialistici che usa criticamente e consapevolmente il metodo. C’è poi l’altro gruppo, purtroppo maggioritario, che a fatica riesce ad esaminare il pacchetto software sapientemente confezionato dai commerciali specificatamente per questo gruppo; edonisticamente: massimo utile – minimo mezzo – competenze nulle. Tuttavia occorre fare attenzione nell’attribuzione delle responsabilità, se ci sono i ‘commerciali’ che promettono miracoli, ci sono tecnici che li invocano!

Con questa timida iniziativa si vorrebbe contribuire, anche se solo in percentuale infinitesimale, a ridare consapevolezza e dignità alla figura dello strutturista, soprattutto prima che i ragazzi neolaureati finiscano per diventare strumento inconsapevole dei costruttori senza scrupoli e dei commercianti di software (di forni a micro onde).

Passando all’iniziativa, descritta in breve poiché rimando al sito, nasce come punto di riferimento per giovani strutturisti, dove confrontarsi e fare domande anche stupide senza rossore. C’è uno spazio per i quesiti, le osservazioni, le critiche (solo 1kb, scherzo!), i seminari e convegni, il servizio bibliografico, persino l’angolo dell’humor. Il sito, con aggiornamento mensile (?) porrà dei quesiti provocatori, benckmark, saranno poi le richieste, i contributi e le critiche a decretarne lo sviluppo o il decesso. Cominceremo con un quesito semplice per neofiti di una struttura elementare cimentata in campo elastico: ‘quanto conosci il tuo elemento bidimensionale (a quattro lati)?’ Per i dettagli rinvio allo spazio dedicato Il tormentone, libera traduzione di benckmark; al quesito si potrà rispondere fornendo la soluzione con qualsiasi programma oppure apportando contributi scientifici, molto graditi; il mese successivo pubblicheremo la soluzione teorica (se esiste). Insomma è uno spazio nato da giovani per giovani, sperando di creare un clima disinibito e perché no, divertente (c’è l’angolo dell’humor, dedicato all’ingegneria-matematica), ma tutto quanto senza rinunciare al rigore scientifico.

Rinviando alle pagine del sito, concludo ricordando che le iniziative a scopo divulgativo sul FEM sono pochissime e dirette forse ad un pubblico già maturo oppure sono accessibili a costi proibitivi per le piccole associazioni di ingegneri, pertanto questa iniziativa vorrebbe solo stimolare chi ha maggiori mezzi, anche economici, a promuovere iniziative analoghe a larga diffusione.

Insieme ai saluti conclusivi, ringrazio i lettori, ma soprattutto devo ringraziare il prof.Aurelio Ghersi, che ho conosciuto attraverso uno dei suoi primissimi testi sul calcolo degli edifici in zona sismica dieci anni orsono. Il taglio autenticamente divulgativo delle sue pubblicazioni e della didattica hanno entusiasmato per oltre un decennio moltissimi allievi strutturisti napoletani prima, catanesi oggi, me compreso, agendo da catalizzatore sulla passione per le strutture. Grazie per aver avuto fiducia incondizionata nelle mie inclinazioni, forse più di me, seguendomi fino al conseguimento del titolo di dottore di ricerca. Un grazie particolare a Michele Privitera, laureando dell’Università di Catania, che con disarmante fiducia mi sta seguendo ed aiutando nello sviluppo materiale dell’idea. Ringrazio gli amici, Andrea Garofalo e Alfio Torretti che con amichevole cattiveria stanno verificando quanto diffonderemo in rete. Infine ringrazio gli studenti dell’Università di Catania che con interesse hanno seguito i miei seminari ed esami, almeno nella forma, per loro inusuali.

Conscio che si sta facendo sempre più tardi nella corsa ‘didattica – metodi numerici di calcolo’, lancio questo segnale sperando di aver chiarito che la fonte di queste sferzate è solo l’autentica, folle passione per il mio lavoro (paziente e rassegnata, annuisce mia moglie).

Napoli, Aprile 2001

a.p.