Gli
estimatori del noto scrittore Tabucchi non si allarmino, non è
l’ennesimo plagio, prendo solo in prestito il titolo dell’omonimo
romanzo in libreria per i tipi della Feltrinelli, per introdurre il mio
punto di vista sul quadro culturale creatosi tra università e professione
sui metodi di calcolo per l’ingegneria strutturale nell’ultimo
decennio.
A
proposito dell’impiego consapevole del software, è così noto lo
iato, tra le conoscenze acquisite all’università e le competenze
richieste nel mondo del lavoro, che mi sembra perfino superfluo parlarne.
Gli elogi al calcolo strutturale eseguito con software dedicato, sono
innumerevoli, ma quello più diffuso è certamente quello apprezzato dagli
imprenditori con pochi scrupoli, che hanno scoperto che il costo del
calcolo può essere limitato al tempo macchina; ci sono quelli che
aspirano al tempo della CPU. Questa situazione è nata non per caso,
ovviamente. Con l’avvento del calcolo a basso costo avvenuto negli
ultimi dieci anni, molti tecnici, forse troppi si sono avvicinati ad esso
con lo stesso spirito dell’acquisto del forno a micro onde, per il quale
nessuno si sognerebbe di chiedere preliminarmente il campo elettrico
generato o le correnti indotte.
L’incipit
è polemico, ma è dettato dalla passione per le strutture, campo tra i più
creativi nell’ingegneria civile, che sta morendo soffocato da tecnici
definibili ‘commercialmente’ strutturisti, che favoriti da un quadro
legislativo antiquato, acquisiscono competenze grazie all’acquisto della
licenza del programma.
Si
sta facendo sempre più tardi per risanare il clima culturale, per
convincere i giovani tecnici che nulla deve essere fatto in maniera
meccanica e ripetitiva (come i fornetti a micro onde), che la creatività
è bloccata anche dalle scarse conoscenze e che la responsabilità dei
numerosi incidenti, crescenti in numero, sono da attribuire anche alla
superficialità nell’uso del software tecnico. E’ un fatto certo che
il numero di incidenti legati agli errori stia crescendo nel mondo (G.
Ballio – editoriale a Costruzioni Metalliche, n.4 2000), ma i
commercianti di programmi e computer tentano ancora di convincerci che
saremo più felici stando a guardare le macchine che lavorano per noi.
Evidentemente si sta facendo tardi per riempire lo iato di cui parlavo, ma
le inerzie sono tante, le riforme tardano sempre ad arrivare e ancor di più
ad essere applicate. Traggo lo spunto da un dibattito di Umberto Eco,
Roberto Vecchioni e Luigi Berlinguer (Gli irascibili professori, La
Repubblica del 28.3.01), per rammentare che, con parole di Eco, a far bene
si è punito […] e che ogni riforma incontra delle resistenze e urta
contro interessi precostituiti: badate che l’interesse, a volte, può
essere anche solo la pigrizia. A questo Vecchioni risponde rimarcando la
pigrizia.
Come
si può spiegare e giustificare la realtà che regna in quasi tutte le
facoltà di ingegneria con indirizzo strutturale, dove è ancora possibile
completare gli studi e fregiarsi del titolo di strutturista, senza aver
mai aver appreso che ad una soluzione rigorosa teorica si affianca una
approssimata determinabile con metodi matematici, quali il metodo per
elementi finiti FEM o per elementi di contorno BEM. Ciò nonostante si
prosegue su questa strada.
La
mia passione per le strutture mi ha dato la possibilità di conoscere
molti colleghi e creare nuove amicizie, e nel mio piccolo, diventare un
punto di riferimento per un gruppo di amici. Sono stati questi numerosi
contatti a spingermi a creare un sito, un punto di riferimento, per gli
studenti alla soglia della laurea, che non possono più correggere le loro
scelte, e i giovanissimi laureati con la malsana passione per le
strutture. Una pagina web nata per gli studenti, che dovrebbe essere
indirizzata nei contenuti e nelle idee da loro stessi, secondo le necessità
crescenti e mutanti nel tempo. L’idea nasce in particolare per gli
studenti del corso di Progetto di Strutture della facoltà di ingegneria
di Catania che hanno seguito alcuni miei seminari sulle strutture
metalliche ed il calcolo automatico. Ringrazio i Proff. Motta e Ghersi e
l’ing. D’Aveni che, con fiducia, mi hanno invitato.
E’
mia opinione che attualmente gli strutturisti, per grandi numeri, in
relazione all’impiego consapevole del software, si dividano in due
gruppi, uno minoritario che ha solide basi culturali, maturate in ambiente
accademico od in corsi specialistici che usa criticamente e
consapevolmente il metodo. C’è poi l’altro gruppo, purtroppo
maggioritario, che a fatica riesce ad esaminare il pacchetto software
sapientemente confezionato dai commerciali specificatamente per questo
gruppo; edonisticamente: massimo utile – minimo mezzo – competenze
nulle. Tuttavia occorre fare attenzione nell’attribuzione delle
responsabilità, se ci sono i ‘commerciali’ che promettono miracoli,
ci sono tecnici che li invocano!
Con
questa timida iniziativa si vorrebbe contribuire, anche se solo in
percentuale infinitesimale, a ridare consapevolezza e dignità alla figura
dello strutturista, soprattutto prima che i ragazzi neolaureati finiscano
per diventare strumento inconsapevole dei costruttori senza scrupoli e dei
commercianti di software (di forni a micro onde).
Passando
all’iniziativa, descritta in breve poiché rimando al sito, nasce come
punto di riferimento per giovani strutturisti, dove confrontarsi e fare
domande anche stupide senza rossore. C’è uno spazio per i quesiti, le
osservazioni, le critiche (solo 1kb, scherzo!), i seminari e convegni, il
servizio bibliografico, persino l’angolo dell’humor. Il sito, con
aggiornamento mensile (?) porrà dei quesiti provocatori, benckmark,
saranno poi le richieste, i contributi e le critiche a decretarne lo
sviluppo o il decesso. Cominceremo con un quesito semplice per neofiti di
una struttura elementare cimentata in campo elastico: ‘quanto conosci il
tuo elemento bidimensionale (a quattro lati)?’ Per i dettagli rinvio
allo spazio dedicato Il tormentone, libera traduzione di benckmark; al
quesito si potrà rispondere fornendo la soluzione con qualsiasi programma
oppure apportando contributi scientifici, molto graditi; il mese
successivo pubblicheremo la soluzione teorica (se esiste). Insomma è uno
spazio nato da giovani per giovani, sperando di creare un clima disinibito
e perché no, divertente (c’è l’angolo dell’humor, dedicato
all’ingegneria-matematica), ma tutto quanto senza rinunciare al rigore
scientifico.
Rinviando
alle pagine del sito, concludo ricordando che le iniziative a scopo
divulgativo sul FEM sono pochissime e dirette forse ad un pubblico già
maturo oppure sono accessibili a costi proibitivi per le piccole
associazioni di ingegneri, pertanto questa iniziativa vorrebbe solo
stimolare chi ha maggiori mezzi, anche economici, a promuovere iniziative
analoghe a larga diffusione.
Insieme
ai saluti conclusivi, ringrazio i lettori, ma soprattutto devo ringraziare
il prof.Aurelio Ghersi, che ho conosciuto attraverso uno dei suoi
primissimi testi sul calcolo degli edifici in zona sismica dieci anni
orsono. Il taglio autenticamente divulgativo delle sue pubblicazioni e
della didattica hanno entusiasmato per oltre un decennio moltissimi
allievi strutturisti napoletani prima, catanesi oggi, me compreso, agendo
da catalizzatore sulla passione per le strutture. Grazie per aver avuto
fiducia incondizionata nelle mie inclinazioni, forse più di me,
seguendomi fino al conseguimento del titolo di dottore di ricerca. Un
grazie particolare a Michele Privitera, laureando dell’Università di
Catania, che con disarmante fiducia mi sta seguendo ed aiutando nello
sviluppo materiale dell’idea. Ringrazio gli amici, Andrea Garofalo e
Alfio Torretti che con amichevole cattiveria stanno verificando quanto
diffonderemo in rete. Infine ringrazio gli studenti dell’Università di
Catania che con interesse hanno seguito i miei seminari ed esami, almeno
nella forma, per loro inusuali.
Conscio
che si sta facendo sempre più tardi nella corsa ‘didattica – metodi
numerici di calcolo’, lancio questo segnale sperando di aver chiarito
che la fonte di queste sferzate è solo l’autentica, folle passione per
il mio lavoro (paziente e rassegnata, annuisce mia moglie).
Napoli,
Aprile 2001
a.p.